Wolf Man: Il Genio di Stephen King che Ha Rivoluzionato l’Horror 45 Anni Fa

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Wolf Man, un’opera di Leigh Whannell prodotta da Blumhouse, rappresenta un adattamento del celebre film horror del 1941, riproposto in una chiave moderna per il pubblico contemporaneo. Il lungometraggio del 2025 narra le disavventure di Blake Lovell, interpretato da Christopher Abbott, un padre scrittore che fa ritorno nella sua casa d’origine insieme alla moglie Charlotte e alla figlia Ginger, dopo la presunta morte del padre, scomparso da tempo.

Durante il percorso, la famiglia incappa in una misteriosa creatura, provocando un incidente. Blake viene graffiato dalla bestia e, ricercando asilo nella dimora paterna, inizia una terribile metamorfosi. La rivelazione finale svela che il lupo mannaro che ha aggredito Blake è in realtà suo padre, un colpo di scena che, sebbene sorprendente, non riesce a coinvolgere pienamente il pubblico, a causa di uno sviluppo poco approfondito del personaggio principale.

Riferimenti a The Shining in Wolf Man

Il tragitto montano di ispirazione kubrickiana

Nonostante alcune sue carenze, Wolf Man si distingue per l’uso astuto di un riferimento a The Shining. La scena d’apertura presenta la famiglia Lovell mentre percorre lentamente le strade montane, richiamando alla mente il famoso viaggio dei Torrance verso l’Overlook Hotel, simbolo iconico dell’horror. Questa particolare inquadratura è stata ampiamente riproposta in vari film, ma nel caso di Wolf Man trova una giustificazione coerente.

La trama di Wolf Man e i temi di The Shining

Tematiche in parallelo a The Shining

Il film riprende un tema ricorrente, ovvero quello dello scrittore stressato che si ritira in un ambiente isolato, costretto ad affrontare orrori soprannaturali legati alla propria famiglia. I protagonisti, Jack Torrance e Blake Lovell, finiscono per perdere il controllo delle loro vulnerabilità, mettendo in pericolo i loro cari. Nonostante Wolf Man non esplori in modo approfondito la questione della mascolinità tossica, come nelle opere precedenti di Whannell, propone una riflessione sulla dualità interiore tra vulnerabilità e ferocia, rappresentata dalla malattia del protagonista.

Critiche ai riferimenti presenti in Wolf Man

Un racconto più affrettato rispetto al classico di Kubrick

Il viaggio di Blake verso la dimora familiare è guidato dal desiderio di affrontare il passato e risolvere i conflitti con il padre. Non tutti i richiami a The Shining appaiono riusciti. La crescita di Jack si sviluppa in modo plausibile grazie alla lunghezza del suo racconto, mentre la transizione di Blake avviene in un lasso di tempo troppo breve. La metamorfosi in lupo mannaro, sebbene visivamente convincente, genera confusione riguardo al personaggio stesso, complicando la comprensione del suo percorso.

Wolf Man, pertanto, pone in evidenza come i riferimenti a The Shining non raggiungano sempre l’effetto desiderato, mettendo in luce le sfide di una narrazione coerente e fluida.

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